Palazzo Agostini e Caffè dell'Ussero, lungarno Pacinotti
Agli inizi del 1900 venne aperto un salone cinematografico e teatrale che preso il nome del Caffè e successivamente nei locali adiacenti nascerà un cinema.
Cit. Dirò una bischerata, ma per me son persuaso che s’i mpara all’Ussero almeno quanto s’impara in Sapienza e però vorrei che questi due locali si dividessero il tempo della vita dello scolaro ad onta delle predicazioni di tutti i predicatori. Cotesto di Pisa è un noviziato doppio, cioè si incomincia ad imparare a studiare e ad imparare a vivere; poi, usciti di costà, si incomincia a saper vivere e a saper studiare…I libri soli non in segnano a vivere, insegnano a geometrizzarsi un modo di essere pedantesco…Con questo non intendo an teporre l’ignoranza alla dottrina, ma asserisco che il sapere privo dell’esperienza della vita, è una dotta gufaggine bisbetica e sterile.
Giuseppe Giusti, Lettera all’amico Pietro Cioni, XIX sec.
Uno dei più assidui frequentatori del Caffè fu Renato Fucini che ha anche il merito di aver elevato a dignità artistica il dialetto di Pisa, o ‘Vernacolo’, la lingua rustica del popolo cittadino e del contado.
Fucini, che si firmava Neri Tanfucio, fu uno dei primi a pubblicare in vernacolo (Cento sonetti, 1870-71) e aprì la strada a molti poeti che ancora oggi si divertono a scrivere versi, spesso divertenti.
(Cit.) Er Cicerone e l’inghilese
INGLESE
Splendidissimo, jes!
CICERONE
O 'un gliel' ho detto?
Fra' 'ampanili è 'n grand' oggetto d'alte!…
INGLESE
Essere autore?…
CICERONE
Credo un alchitetto…
Vienga… lo gualdi di 'vaggiù 'n dispalte.
INGLESE
Oh, magnifico!
CICERONE
Vero, eh? bell'effetto!
Si vede pènde' da tutte le palte.
All'Ondra nun ce 'hanno e ci scommètto,
A meno che dipinto 'n su le 'alte.
Lassàmo anda', ma Pisa pòlta 'r vanto
Di tanti ritrovati d'invenzione,
Che foravia di 'vi nun c'è artrettanto.
O le cèe! sèmo giusti, 'un ènno bone?
Le sentisse alla sarvia, ènno uno 'ncanto…
Eh! l'Italia è 'na gran bella Nazione!
(R. Fucini, Cento sonetti, 1871)