Palazzo Lanfranchi, lungarno Galilei

Palazzo Lanfranchi _ Museo della Grafica (G. Bettini, Comune di Pisa)
Palazzo Lanfranchi _ Museo della Grafica (G. Bettini, Comune di Pisa)
Il palazzo Lanfranchi nasce dall’accorpamento di case torri del XII secolo, ben otto. Il palazzo, appartenuto agli Stefani, ricchi mercanti della lana nel Trecento, cominciò a prendere le sembianze attuali nel XVI secolo quando la famiglia Lanfranchi vi si trasferì. Nel XIX secolo fu venduto al medico Andrea Vaccà Berlinghieri, poi cambiò proprietario più volte fino a divenire Museo della Grafica nel 2007. La ristrutturazione del palazzo, realizzata tra il 1976 e il 1980 da Massimo Carmassi, ha permesso la riscoperta e la valorizzazione delle fasi costruttive che si sono succedute nel tempo; all’interno, inoltre, sono ancora visibili dettagli di strutture e decorazioni murali medievali.
Il museo della Grafica ospitato nel palazzo: parte del Sistema Museale dell’Ateneo, S.M.A., il museo espone le collezioni del Gabinetto Disegni e Stampe dell’Università di Pisa, una delle prime e più importanti raccolte pubbliche di grafica contemporanea in Italia, istituito alla fine degli anni ’50 del XX secolo per iniziativa dello storico dell’arte Carlo Ludovico Ragghianti, di cui fanno parte disegni e incisioni di Giovanni Fattori, Giorgio Morandi, Luigi Bartolini, dell’architetto Mario Chiattone e di altri protagonisti del ’900. Oggi al suo interno si alternano mostre temporanee che coprono numerosissime tematiche, dall’illustrazione botanica a quella dedicata agli animali, o al cinema.


Nel 1820 il palazzo fu acquistato da Andrea Vaccà Berlinghieri, fondatore della scuola di Chirurgia. Sua moglie Sophie Caudeiron trasformò il palazzo in un vero e proprio luogo di cultura, organizzando salotti letterari e scientifici che attirarono anche poeti, artisti, politici, viaggiatori ed esuli: dagli Shelley ai più illustri Fanarioti, sostenitori, dalla Toscana, della causa ellenica. Durante il soggiorno pisano di Mary Shelley, Andrea ebbe la grande possibilità di conoscerla e, in occasione della sua seconda visita del 1820, invitarla a palazzo a partecipare agli esperimenti di galvanismo segretamente effettuati nelle sale più nascoste del palazzo. Secondo una tradizione locale, con echi fino al Regno Unito, fu grazie al medico pisano che Mary attuò alcune importanti modifiche al romanzo Frankenstein pubblicato nel 1818, ma uscito in seconda edizione nel 1831. La fama del Frankenstein italiano crebbe ancor più con la costruzione del Tempio di Minerva Medica a Montefoscoli (Pisa), voluto da Andrea per commemorare suo padre Francesco Maria: un luogo ricco di mistero e simboli massonici, che attira ogni anno molti studiosi dell’occulto. Alla scomparsa di Andrea, nel 1826, Sophie si dedicò con passione all'educazione dei tre figli, interessandosi ai metodi pedagogici di P. E. von Fellemberg, e alla gestione del patrimonio familiare, soprattutto delle tenute di Orzignano e Montefoscoli, ottenendo fiducia e consensi sociali allora rari per una donna.
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