Sferisterio, via del Brennero

Sferisterio, via del Brennero (L. Corevi, Comune di Pisa)
Sferisterio, via del Brennero (L. Corevi, Comune di Pisa)
Nella zona conosciuta come la ghiacciaia, lungo le mura a porta a Lucca, si vedono ancora le tracce dipinte di tre triangoli con due bandiere d’Italia ai lati di ciascuno. Rappresentavano i limiti dello sferisterio per il gioco del bracciale, lo spettacolo atletico più popolare fino al 1921, derivato dall’antico gioco della pallacorda. Nel Settecento le competizioni si disputavano in piazza San Nicola (attuale piazza Carrara), ma, dopo un breve periodo in piazza Martiri della Libertà e poi all’interno dell’Arena Garibaldi, nel 1919 la loro sede fu definitivamente spostata lungo le mura medievali. Si giocava la domenica, tra le 17 e le 20, nei periodi più caldi dell’anno. Il gioco procede così. Ad opportuna distanza l’una dall’altra sono disposte due pedane leggermente inclinate. Colui che lancia il pallone si pianta nel punto più alto della pedana, armato alla destra di un grosso bracciale di legno munito di punte e nell’istante in cui uno del suo partito gli getta il pallone, si lancia di corsa a quella volta, aumentando così la forza del colpo col quale ha l’abilità di imbroccare il pallone stesso. Gli avversari cercano nel frattempo di respingerlo e a questo modo il pallone vola da una parte all’altra fin che non resta fermo sul terreno. Questo esercizio presenta delle pose stupende, degne di essere ritratte nel marmo. I giocatori son tutti dei giovanotti ben piantati e robusti, in una breve e succinta veste bianca; sicché i due partiti non si distinguono fra loro che per un contrassegno di diverso colore. Bella è soprattutto la posa di quello che sta alla battuta nel momento in cui scende di corsa dalla pedana e si slancia a colpire il pallone (Viaggio in Italia, Goethe, 1817). Il bracciale è una sorta di manicotto, munito di sette cerchi contornati un centinaio di punte, generalmente di noce, ricavato sempre da un unico pezzo di legno. In campo, delle dimensioni di 80 m x 16 m, affiancato dal muro di ribattuta, si sfidavano tre giocatori, battitore, spalla e terzino. Il mandarino era l’incaricato a lanciare la palla al battitore, che con il bracciale dava via al gioco. I punti si ottenevano in diversi modi: se il pallone, sorpassata la metà del campo, non veniva raccolto dall’avversario, o se l'avversario non riusciva a mandare il pallone oltre la propria metà campo.
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