Arsenali e Cittadella

Una delle navi restaurate (Museo Navi Romane)
Una delle navi restaurate (Museo Navi Romane)
Arsenale Repubblicano e Cittadella: un grande bacino idrico all’interno delle mura del 1160. La struttura era imponente, tanto che il re Alfonso IV d’Aragona, quando commissionò la costruzione di un arsenale a Porto Torres, richiese espressamente che fosse fatto come quello dei pisani. Nel 1290 fu costruita la torre Ghibellina nell’angolo sud-occidentale, ora scomparsa, in seguito la torre San’Agnese a nord, unica ancora intatta nei pressi dei vecchi macelli, poi la torre di San Giorgio, su via Bonanno, in parte visibile. Nei grandi capannoni porticati, circa ottanta, si costruivano le galee pisane, lunghe e possenti navi da guerra. Il palazzotto, o castellaccio, è oggi sede di mostre temporanee, fu modificato dai fiorentini dopo la conquista del 1406 e nelle adiacenze fu innalzata una nuova torre, detta Guelfa, ricostruita dopo gli eventi bellici del ’44. Dopo il 1543 le funzioni cantieristiche furono spostate nel nuovo Arsenale Mediceo. Con l’unità d’Italia la Cittadella divenne caserma d’artiglieria e venne aperta la grande porta nelle mura medievali. Purtroppo l’intera area fu gravemente danneggiata durante la seconda guerra mondiale.


Porta Degazia: dalla quale entrò Corradino di Svevia il 7 aprile del 1268 trasportato da galee pisane. Il sovrano sostò nella città ghibellina per poi proseguire verso Napoli nel tentativo di annientare le truppe angioine. Purtroppo fu ferito e cadde in battaglia. Questo evento segnò definitivamente la fine dell’impero in Italia e in un certo senso l’inizio del declino della Repubblica di Pisa. La porta è ancora visibile sul retro del castellaccio.
Arsenali medicei: furono costruiti tra il 1548 e il 1588 per volere di Cosimo I e Ferdinando I de’Medici, su progetto di Bernardo Buontalenti, sull’area che ospitò temporaneamente il primo orto botanico della città (1543). All’interno si fabbricavano le galee, imbarcazioni da guerra, lunghe dai 40 ai 50 metri, a vele, o a remi. I grandi capannoni porticati venivano utilizzati in modo progressivo, partendo con l’assemblaggio dei materiali sul fondo, fino al varo della nave in Arno. Con l’apertura dei cantieri di Livorno e di Portoferraio le attività cessarono e in epoca Lorenese gli Arsenali Medicei furono convertiti in scuderie, dove ebbero sede i cavalieri Dragoni, soldati a cavallo dotati di archibugio. All’interno si selezionavano i cavalli migliori e l’attività andò avanti con il regno d’Italia. Da qui provennero i famosi muli dell’Adamello, resi celebri durante la battaglia del 1918 tra le forze italiane e austriache in Lombardia, sulla vetta dell’Adamello. Oggi ospita il Museo delle Navi Antiche di Pisa.
Museo delle Navi Antiche di Pisa: definito il più grande ritrovamento archeologico d’Italia degli ultimi 20 anni, l’eccezionale tesoro venuto alla luce durante gli scavi per la costruzione di un fabbricato di scambio nei pressi della stazione ferroviaria di Pisa San Rossore nel 1998, è oggi esposto all’interno dell’Arsenale Mediceo. Le navi antiche di Pisa, poco più di trenta, sono databili tra il II secolo a.C. e il V secolo d.C. e raccontano la storia della navigazione fluviale e marittima in un periodo compreso tra gli Etruschi e il crollo dell’Impero Romano. Migliaia di reperti testimoniano la presenza di ricchi scambi commerciali, usanze, cibi e curiosità che hanno permesso di ricostruire la storia quadrimillenaria della città. All’interno si conserva anche la nave Alkedo del I secolo d.C., la più antica nave battezzata mai ritrovata in Italia.


La prima sezione del museo delle Navi è dedicata alle origini della città, a partire dagli etruschi, passando dai romani, fino al periodo longobardo. La storia si unisce però alla leggenda, c’è infatti chi ipotizza che le origini di Pisa possano essere greche, liguri o addirittura celtiche. I reperti archeologici ci raccontano comunque una storia etrusca che comincia a partire dal IX secolo a.C., mentre la pratica scrittoria etrusca dal 680 a.C. Anche il toponimo ‘Pisa’ ci confonde e non dà certezze sulle sue origini: è attestato nell’antichità sia in greco che in latino, rimane però un mistero irrisolto, vista la varietà di popoli, con altrettante varietà linguistiche, che hanno abitato il territorio pisano. In etrusco, Pīsae significa estuario, in greco antico πσος, pisos, luogo molto irrigato, prateria. In sanscrito può essere tradotto con bocca, (forse di fiume), SA, infinito, mentre per gli antichi popoli liguri Pise significa sole tra le acque. Ogni versione è legata all’acqua poiché la città sorse intorno ai due fiumi principali Arno e Auser e a una rete di canali in un terreno alluvionale, molto vicino al mare. Se le origini fossero etrusche si tratterebbe dell’unica città dell’Etruria sorta alla foce di un fiume. La regione Etruria, compresa tra l’alto Lazio e l’Emilia Romagna, fu al centro dei traffici commerciali nel Mediterraneo fin dal 640-620 a.C, con esportazione di prodotti locali, come il vino etrusco, e scambi con artisti e artigiani greci che contribuirono all’evoluzione culturale dell’Etruria in senso orientalizzante. Si riportano i principali prodotti che partivano e che arrivavano a Pisa:

Merci in arrivo ai porti di Pisa:
  • Tra il III e il I secolo a.C.: vino, olio, pesce conservato, salsa di pesce, frutta, miele, molluschi, resina, pesce, vasellame ceramico.
  • Tra il I e il V secolo d.C.: vino, olio, pesce conservato, salse di pesce, vasellame ceramico, vasellame vitreo, lucerne.

Le merci in partenza dai porti di Pisa invece, dal III secolo a.C. al V d.C. furono: vino, ceramica a vernice nera, vasellame comune, vasellame in terra sigillata, laterizi, legname.
Le gesta di uno dei personaggi che ha sicuramente frequentato gli Arsenali Pisani, il pirata Trapelicino. Forse di origine trapanese, la sua istruzione fu completata in ambiente pisano. Per il suo operato scellerato fu definito peiràn, pirata. Le prime notizie certe sono del 1162-1164, quando fu in servizio per la Repubblica nel mare di Alessandria d’Egitto per controllare i ricchi traffici mercantili: forse per errore, o per istinto di pirateria, attaccò una nave egiziana amica e per questa ragione fu bandito da Pisa, assieme alla sua ciurma - qui fuerunt in navi Trapilicini - , dal Console Guido di Bella. Si rifugiò a Portovenere dove strinse un’alleanza con i genovesi contro i pisani che portò a una guerra tra le due Repubbliche. Sappiamo che divenne corsaro e in seguito mercenario al servizio del re d’Aragona, ma le sue notizie si persero nei secoli.
La statua di Galileo: per molti anni la città di Pisa ha cercato una giusta collocazione per una nuova statua dedicata al genio pisano. L’occasione è sorta nel 1994 quando l’imprenditore Flaminio Farnesi fece realizzare da Stefania Guidi una moderna scultura in bronzo, alta circa due metri su un blocco di marmo di 140 cm. La statua è orientata verso piazza dei Miracoli, come sembra indicare il dito di Galileo (ma anche verso il cielo), in ricordo dei primi esperimenti da lui compiuti.
A DUE PASSI DALLA TORRE
310m
Bonanno Pisano, 21
Recapito 339 2098540
VILLA MARTINA
320m
Bonanno Pisano, 23
Recapito 338 1361746
CAPITOL
350m
Via Enrico Fermi, 13
Recapito 050 49597
NOVANTANOVE B&B
460m
Via Cesare Battisti, 99
Recapito 340 5468497
RISTORANTE VOLTURNO
290m
Via Volturno, 23
Recapito 050 2200293
AL PONTE DELLA CITTADELLA
320m
Via Di P.Ta Mare, 7
Recapito 050 525396
Tracce. Mostra alla Cittadella
30m
Fortilizio della Cittadella
12-04-2024
28-04-2024
Colori e Dolori del Pianeta
40m
Fortilizio della Cittadella
01-12-2023
17-12-2023