L’Ospedale dei Trovatelli

Bambino in fasce sopra il portale - Ospizio dei Trovatelli (F. Anichini)
Bambino in fasce sopra il portale - Ospizio dei Trovatelli (F. Anichini)
Aperto come Ospedale della Pace e del Principe, successivamente divenne ricovero per i bambini abbandonati e fu dedicato al beato Domenico Vernagalli, fondatore nel 1218 del primo ospedale per i bambini gittatèlli di Pisa, nella zona di San Michele in Borgo. L’ospedale fu annesso alla chiesa di San Giorgio ai Tedeschi (sita in via Santa Maria al civ. 102, 108), costruita nel 1317 in onore dei soldati tedeschi morti a fianco dei pisani nella battaglia di Montecatini, che vide l’esercito di Uguccione della Faggiola vittorioso sui fiorentini. La chiesa è stata oggetto di un importante restauro nel 1932 che le ha donato l’aspetto attuale. Dal 1989 è stata concessa ai cavalieri del Santo Sepolcro di Gerusalemme. L’ospedale nel 1461 fu sottoposto a un completo restyling voluto dal neo eletto arcivescovo di Pisa Filippo de’ Medici. L’intero complesso nel 1567 passò alle dipendenze dello Spedale degli Innocenti di Firenze e successivamente, nel . XVIII secolo, passò nuovamente sotto gli Ospedali Riuniti di Santa Chiara. All’interno dell’edificio è ancora presente la ruota degli innocenti.

Il destino degli innocenti: fino al XIX secolo i bambini che si volevano abbandonare venivano lasciati su una ruota, un tamburo ruotante girevole di legno, posta all’interno dell’edificio e, protetta da una grata per limitare l’ingresso ai soli neonati. Non sempre però si trattava di trovatelli, poiché durante il periodo della caccia alle streghe, le gravidanze dovevano essere autorizzate dal Consiglio del Popolo, per avere un pieno controllo sulle nascite e per agevolare il lavoro del registro cittadino. Le famiglie che per una ragione qualsiasi non riuscivano a rispettare la suddetta legge, potevano andare incontro a gravi conseguenze e la peggiore di tutte era l’accusa di stregoneria rivolta alla madre, poiché ritenuta complice del Diavolo nel generare un figlio. In questo caso madre e figlio, se non celata la gravidanza e occultato il neonato (lasciandolo ai trovatelli), rischiavano di essere uccisi. I bambini abbandonati all’interno della struttura venivano registrati e veniva dato loro un nome e a volte un cognome. Ecco che nacquero cognomi come Esposito (da esposti), Proietti, Colombi, Innocenti, Degl’Innocenti, Locatelli, ma anche Bastardi, Trovati, D’Ignoto.
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