Keith Haring 'Tuttomondo'

Murale Tuttomondo, Keith Haring (G. Bettini, Comune di PIsa)
Murale Tuttomondo, Keith Haring (G. Bettini, Comune di PIsa)
Il murale Tuttomondo fu realizzato da Keith Haring nel 1989. Piergiorgio Castellani, un ragazzo pisano, un giorno lo incontrò a New York e gli propose di raggiungere Pisa per realizzare una delle sue opere di street art: Keith Haring accettò e fu accolto a braccia aperte. Prima di cominciare a dipingere queste figure passeggiò in città per assorbirne i colori, le vibrazioni, le idee… così nacque questo inno all’amore e all’armonia tra uomini, animali e la natura . Alla fine gli chiesero di dare un titolo all’opera, così disse ‘Tuttomondo’: fu dunque questo ciò che trovò a Pisa; fin dall’antichità porto fluviale e marittimo, centro culturale per le sue università e, oggi, una delle città turistiche più famose al mondo. Qui tutti i giorni si incontrano, vivono e studiano migliaia di persone provenienti da tutto il mondo.

Alcune figure:
  • In alto a destra c’è un cuore, un messaggio di amore nelle mani di una figura umana che, come una matrioska, entra nel corpo di un'ulteriore figura, che e a propria volta entra in quello di un’altra come se fossero la stessa persona. Le tre figure sono di colore diverso e rappresentano tre delle etnie più diffuse nel mondo.
  • Vicino alle tre figure c’è il serpente che viene spezzato dalle forbici, formate da due figure umane: solo insieme si può annientare il male. Il serpente infatti, in molte culture, rappresenta il male e per Keith Haring, talvolta, si traduce come un segnale di lotta contro l’AIDS, malattia che, nel febbraio del 1990, pochi mesi dopo aver terminato il murale di Pisa, lo condusse alla morte.
  • La figura con la testa a forma di televisore potrebbe rappresentare un occhio sul mondo, un’accezione positiva, dunque, se si pensa al ruolo di quest’ultimo appena entrò a far parte della quotidianità delle famiglie, alla fine degli anni ‘50. L’uso eccessivo dei mass media però, in questo caso della televisione, può portare al distacco dalla realtà, come Haring denuncia anche con altre sue opere, ad esempio il bambino legato al televisore da un cordone ombelicale…
  • La mano, in basso, formata da cinque figure, ricorda il lavoro, quello artigiano, l’importanza di lavorare insieme, l’importanza delle mani con le quali si crea, si modella, si saluta, si stringono altre mani, si prega, si porgono cose e si accarezza.
  • L’uomo giallo, quello che sembra camminare fuori dal murale potrebbe essere lo stesso Keith Haring che esce dall’opera, una volta terminata, simboleggiando il continuo movimento umano, l’impossibilità di rimanere fermi, e che il tempo, a sua volta, si fermi. Così niente resta uguale, tutto si muove, e cambia.
  • Figure animali si mescolano, in questa danza, a figure di donne, uomini e bambini: una farfalla, una scimmia, un pipistrello, un pesce, un cane, una gallina e un delfino, simbolo del mare.
  • La croce gialla al centro, una croce trilobata, è il simbolo di Pisa.
  • La madre con il bambino: l’amore materno.
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