“C’è una torre che sulla città di Pisa pende, anziché svettare”. Comincia con queste parole il manifesto “La Torre Storta”, prima pietra di un movimento emergente, sottoscritto da decine di persone singole, associazioni, spazi e imprese culturali pisane, che dà il nome a un calendario di iniziative a Pisa sul tema del “queer”. Teatro Rossi Aperto, Cantiere Sanbernardo, Lumière, Glauco – Associazione Universitaria LGBTQI*, Pinkriot Arcigay, La Collettiva, Queersquilie, Pisa Underground Movement, Secondo Piano a Sinistra. Questi i soggetti promotori e organizzatori del calendario, che hanno ideato oltre 20 iniziative rivolte a pubblici diversi, dal 17 marzo al 10 giugno.

Il festival comincia sabato 17 marzo al Lumière (vicolo del Tidi 6), con la due giorni dal titolo “Nessun tempo nessun corpo – musica e performance dalla disfatta del genere”. Sabato 17 marzo alle 23Populousdomenica 18 marzo alle 19 show teatrale con Irene Serini “Abracadabra, incantesimi di Mario Mieli”. Ingresso ad entrambe le serate 5 euro

Il festival La Torre Storta parte dall’esigenza di diffondere informazioni corrette e strumenti di conoscenza sul tema del queer e sulle sue infinite declinazioni. A partire dalle esperienze concrete, quotidiane, di chi il festival lo ha costruito e ideato. Cosa può essere quindi il queer nello spazio pubblico di questa città universitaria, che è di chi ha avuto la fortuna di nascerci e di chi fortunatamente ha potuto arrivarci? In che modo i nostri corpi differenti, sfaccettati e ambigui percorrono il suo spazio pubblico? Quali drag indossiamo quotidianamente per assolvere alla rispettabilità della vita accademica? Dove si rintana la sessualità polimorfa della città della Torre Storta? L’ammiccante e polimorfa Pisa può essere una città per i soggetti queer?