Filippo Mazzei tra Europa e America negli anni delle Rivoluzioni. Il suo ritiro a Pisa

Mazzei
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Place: 
Archivio di Stato
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Questa mostra che si svolge in collaborazione con il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, con la Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze, il dipartimento di Ingegneria dell’Università di Pisa, rappresenta un’occasione per l’Archivio di Stato di Pisa di invitare i cittadini toscani a  conoscere il materiale documentario dell’archivio di Filippo Mazzei, personaggio che rivestì un ruolo considerevole per la Rivoluzione americana e che fu attento osservatore di quella francese. Il Mazzei, dopo una vita lunga e  intensa, vissuta tra Europa e America, volle concludere la propria esistenza a Pisa il 19 marzo 1816, nella sua abitazione di via della Carriola, oggi via G. Bruno.

La mostra rappresenta lo sforzo di guardare alla figura del Mazzei sotto prospettive e angolature diverse, fin qui non ancora messe in luce. Gli oggetti, i dipinti, le immagini (alcuni dei quali concessi in prestito dalla Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze) esposti in mostra accanto ai documenti, per la prima volta ci restituiscono una personalità composita, sottolineandone anche gli aspetti domestici e la dimensione privata.


Il complesso delle carte Mazzei si presenta con alcune lacune, specie per quanto riguarda il periodo americano. Ciononostante riveste notevole interesse, lì proprio dove ci restituisce un Filippo Mazzei con tratti inediti. Ci riferiamo al periodo pisano che rappresenta una parte cospicua della sua vita, ben 24 anni e fino alla sua morte. Questo periodo, rappresenta un vero e proprio ritiro a vita privata del Mazzei, che da una parte evita meticolosamente gli strepiti di una dominante come lui stesso definisce Firenze e dall’altra più nulla vuole avere a che fare con il luogo di nascita Poggio a Caiano, per le vicende familiari e di eredità che  per lui furono particolarmente penose.

Non smette, però, Filippo Mazzei, perché troppo connaturato con la sua persona, di essere uno spirito curioso, aperto, poliedrico,  attento alle vicende politiche, specialmente quelle internazionali. Ed è in questo periodo che il suo interesse per la “sperimentazione”, come precedentemente si era appuntato sulle forme politiche, si applica alle coltivazioni, anche quelle più strane e rare. Nel suo orto della sua casa in via della Carriola in Pisa,  Filippo sperimenta coltivazioni di fichi, susine, albicocche, uva di Smirne, fragole, ortaggi vari. Alcuni di questi semi e piante li invia anche all’amico Thomas Jefferson, via mare, perché possa piantarli in quella che considera la sua patria adottiva, la Virginia. Questa mostra intende, soffermandosi particolarmente sul periodo pisano, restituirci anche alcuni aspetti, poco noti, della sua amicizia con Jefferson. Hanno collaborato con il prestito di oggetti e dipinti gli eredi Maruzzi e la famiglia Giani, entrambi discendenti di Filippo Mazzei. Arricchisce la mostra un breve video-documentario su Filippo Mazzei e la sua dimora in Pisa.

Orario:
lun.  ven. sab.  h. 9:30-13 
mar. mer. gio. h. 9:30 -17