La Nunziatina: un giardino ritrovato

La Nunziatina: un giardino ritrovato
La Nunziatina: un giardino ritrovato
Place: 
Giardino di Via La Nunziatina
Start date: 
End date: 

Nel suggestivo contesto del Giardino La Nunziatina di Pisa, giovedì 7 luglio, alle ore 18, si svolgerà la presentazione del libro “La Nunziatina: un giardino ritrovato” (Edizioni ETS), alla presenza degli autori Alessandro Panajia ed Enzo Pietrini e di Beniamino Cristofani. Ne parleranno Paolo Pesciatini e Lucia Tomasi Tongiorgi.

Mai cornice sarebbe potuta essere più adatta per accogliere questo titolo, una deliziosa plaquette che, raccogliendo la ricerca storica e botanica condotta dagli autori sul giardino Mastiani Brunacci di via La Nunziatina, è la viva testimonianza di come,  anche grazie  alla  lungimiranza di illuminati imprenditori, gli abitanti del quartiere di Sant’Antonio e di tutta la città di Pisa possono, oggi, riappropriarsi di un’area verde che nel corso di due secoli ha subito varie  trasformazioni  e  diverse  destinazioni  di  uso.

Le ricerche, condotte in diversi archivi e biblioteche italiane ed estere, permettono al lettore di entrare in punta di piedi nella società pisana dei primi anni dell’Ottocento e di scoprire, anche grazie a un prezioso apparato iconografico, la bellezza di questo giardino, decantato nei primi anni dell’Ottocento dagli illustri frequentatori del salotto e del giardino di palazzo Mastiani.

Pochissimo è oggi rimasto di quel “giardino di delizie”, che, fortunatamente, dopo anni di totale abbandono, è risorto. La Cooperativa sociale Arnèra, l’Associazione Metarock e il Cineclub Arsenale di Pisa hanno dato vita alla Nunziatina srl che, già dallo scorso anno, ha saputo valorizzare quest’area verde come luogo di incontri e manifestazioni culturali, contribuendo ad arricchire la prestigiosa offerta culturale e turistica della città di Pisa.

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ANTEPRIMA VOLUME

Percorrendo via La Nunziatina, dopo la piazza dei Grilletti e dirigendosi verso via Mazzini, si scorge, sul lato sinistro, una cancellata in ferro che cela alla vista un’area verde che nell’Ottocento, epoca del suo massimo splendore, si presentava scenograficamente per viverci fra balli, musiche e divertimenti.  Questo giardino, oggi conosciuto come luogo di intrattenimento, nei primi anni dell’Ottocento era noto per la sua grandezza e per l’esclusività delle rare piante che vi erano state messe a dimora. Si tratta del giardino Mastiani Brunacci, posto sul retro dell’omonimo palazzo di corso Italia, già presente, come orto familiare, fin dai tempi in cui tale dimora era di proprietà dei Brunacci dei quali i Mastiani furono eredi. Il giardino, probabilmente progettato dall’architetto Alessandro Gherardesca, fu voluto da Elena Amati (1770-1849), moglie del cavalier Giovan Francesco Mastiani Brunacci (1758-1839), il più ricco dei maggiorenti del patriziato pisano.

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BREVE STORIA DEL GIARDINO

La fama del giardino di palazzo Mastiani Brunacci, per l’identità esclusiva, per la rarità delle sue piante e per il suo assetto, si deve a Elena Amati, che sposò il cavalier G. F. Mastiani Brunacci, il più ricco dei maggiorenti pisani. Sia il palazzo che il giardino nel XIX secolo furono l'occasione mondana più ambita dell'aristocrazia e dei grand tourist: Madame de Staël, la contessa d'Albany, la duchessa de Berry, Vittorio Alfieri, lord William Hamilton, Elisa Baciocchi Bonaparte, Cammillo e Paolina Borghese, i principi Torlonia, Giacomo Leopardi, furono gli ospiti con i quali Elena aveva rapporti di consuetudine. Non conosciamo il nome del progettista, per l'irreparabile perdita dell'archivio familiare, ma si può ipotizzare che la Mastiani si sia affidata all'architetto Gherardesca che in quel periodo aveva realizzato il monumentale scalone del palazzo e il limitrofo giardino Venerosi Pesciolini.

Nel 1805 lo scienziato Gaetano Savi dedicò alla Mastiani il suo trattato Materia Medica vegetabile Toscana, perché la gentildonna aveva voluto nel suo palazzo un vago Giardino in cui “le piante più belle formano un variato spettacolo”. Sappiamo così che nel Giardino erano presenti i rari Gymnocladus Canadensis, il Laurus Camphora, originario del Giappone, la Sophora Tetraptera, originaria della Nuova Zelanda.

Coevo al trattato del Savi, probabilmente di sua mano, è un rarissimo opuscolo Catalogo delle piante del Giardino Mastiani. Una carta eseguita dall’ingegnere Giacinto Van Lint ci restituisce una pianta del giardino con la presenza, addossata ad un muro di recinzione, di una nicchia a grottesca (forse con statua), di una fontana, di aiuole articolate secondo geometrie e simmetrie ben precise, piedistalli su cui poggiavano i vasi delle piante di agrumi. Il giardino, dopo un periodo in cui è stato cinema all’aperto, è stato riaperto al pubblico solo nel 2021.