Pisa rende omaggio a San Torpè

Pisa rende omaggio a San Torpè
Pisa rende omaggio a San Torpè
Lugar: 
Chiesa di San Torpè
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Nel 70° anniversario dal primo pellegrinaggio, l’Amministrazione Comunale ha predisposto un solenne programma di festeggiamenti, rivolto ai pellegrini francesi che saranno a Pisa a rendere omaggio a San Torpè guidati dal Sindaco della cittadina francese e soprattutto ai Pisani, che di quel Santo ormai conoscono davvero poco.

Si comincia sabato 27 aprile quando alle ore 19.00 nella chiesa di San Torpè con la presentazione del libro “Il Martire San Torpè” appositamente scritto da Padre Bruno Moriconi per celebrare l’anniversario. Padre Bruno Moriconi appartiene all’Ordine dei Padri Carmelitani Scalzi che dal 1816 sono i custodi della “preziosa” reliquia del martire pisano. Il libro è stato stampato dall’Amministrazione Comunale in italiano e in francese, proprio per farne omaggio ai pellegrini.

Si prosegue domenica 28 aprile con l’apertura straordinaria ai visitatori dei Bagni di Nerone. Alle ore 17.00, sul prato che circonda i ruderi romani, il Professor Mauro Ronzani, ordinario di Storia Medievale dell’Università di Pisa, illustrerà la storia di San Torpè, mentre a seguire l’archeologo Dott. Antonio Campus curerà la visita all’antico monumento. Animeranno gli interventi la Filarmonica Sangiulianese.

Alle ore 18.15 nella chiesa di San Torpè si celebrerà la Santa Messa, durante la quale avverrà l’investitura dell’Ambasciatore della Parte di Tramontana del Gioco del Ponte, che ha eletto San Torpè come proprio patrono.

Infine lunedì 29 aprile, festa liturgica di San Torpè, alle ore 10.00 nella Chiesa di San Torpè, l’Arcivescovo Metropolita di Pisa Mons. Giovanni Paolo Benotto celebrerà la Santa Messa alla presenza dei Sindaci di Pisa e Saint-Tropez e dei numerosi pellegrini francesi. A seguire, alle ore 11.45, in Sala delle Baleari, l’Amministrazione Comunale saluterà e accoglierà i pellegrini francesi in Sala delle Baleari, con il tradizionale “vin d’honeur”.

STORIA E TRADIZIONE

Sono pochi i Pisani che conoscono la storia del martire Torpè, decapitato “in litore pisano”, e della circostanza che la Sua testa è contenuta in un prezioso reliquiario custodito nell’omonima chiesa ai Bagni di Nerone, altrettanto pochi sono quelli che sanno che ogni anno, in occasione della festa del Santo, un nutrito gruppo di francesi di Saint-Tropez compie un devoto pellegrinaggio a Pisa per venerare e pregare il santo martire vissuto ai tempi dell’apostolo Pietro. A Pisa i pellegrini sono accolti dall’Amministrazione Comunale e ricevono una sobria ospitalità dai Padri Carmelitani.

Secondo la tradizione, Torpè, soldato romano convertitosi al cristianesimo, subì il martirio della decollazione sulle spiagge pisane nel 68 d.C.: il suo corpo, privo della testa, fu lasciato alla deriva su una barca insieme a un gallo e a un cane che raggiunse le coste francesi, dove oggi sorge appunto Saint-Tropez. La testa invece fu recuperata e custodita gelosamente fino ai giorni nostri nella chiesa oggi officiata dai Padri Carmelitani Scalzi. Sicuramente San Torpè è stato in passato molto venerato a Pisa, non è un caso che Turino Vanni lo abbia dipinto con San Ranieri accanto alla Vergine, entrambi con le insegne pisane: Ranieri sorregge la più nota croce bianca in campo rosso (la bandiera del popolo), mentre Torpè sorregge la bandiera rossa, emblema di Pisa. A lui si attribuiscono molti prodigi tra cui, il 29 aprile 1633, la liberazione dalla peste dilagante nella città di Pisa. Nel corso del tempo il culto in città si è affievolito, e la circostanza di un francese di Saint Tropez capitato nel 1953 nella chiesa ai Bagni di Nerone ha dato vita a un pellegrinaggio ininterrotto da oltre settant’anni dei francesi a Pisa. A Saint- Tropez (dove il corpo del santo era custodito e andò purtroppo successivamente smarrito) le celebrazioni si svolgono invece a metà maggio con la famosa “Bravade”, durante la quale il simulacro del Santo è portato a spalla da quattro valletti del Comune di Pisa ed è accolto festosamente per le vie della cittadina, mentre un esercito moschettieri, marinari e bravadeurs lo saluta sparando innumerevoli colpi di fucile a salve.