“Come i Carnevali”

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Finalmente a Peccioli il cantautore livornese dallo sguardo disincanto, che riesce a trasformare la vita quotidiana in poesia e viceversa, riuscendo a indagare, con sincerità e senza falsi pudori, gli animi umani. La sua musica è leggera come una brezza marina e allo stesso tempo travolgente come una nave carica di umanità viva e pulsante.

 

Bobo Rondelli, anima di Livorno, poeta celebrato e riconosciuto come uno fra i maggiori esponenti della canzone d’autore italiana, torna sulle scene per presentare il suo ultimo lavoro discografico “Come i Carnevali”, uscito il 17 marzo scorso.

 

Il disco, scritto in collaborazione con Francesco Bianconi dei Baustelle e gli inseparabili amici/musicisti  Fabio Marchiori e Simone Padovani, vede Bobo tornare alle atmosfere sognanti di "Per Amor del Cielo"; album che lo aveva consacrato come grande autore contemporaneo.

Sceglie non a caso Filippo Gatti come produttore, lo stesso del celebrato disco del 2009.

 

La varietà timbrica dell’album traccia il profilo netto di un uomo che descrive la vita quotidiana con amara lucidità e felliniane fughe verso il sogno. Forte il legame con il cinema e la letteratura, ai quali Bobo si ispira in quasi ogni canzone: “Le notti bianche” di Visconti in “Cielo e terra”, l’omaggio al dimenticato poeta Emanuel Carnevali, Ugo Tognazzi, “L’educazione sentimentale” de “I mostri” in “Autorizza papà”, Cosini di Svevo in “Ugo’s dilemma”.

In “Come i Carnevali” Bobo celebra la poesia e la vita, che somiglia sempre più ad un Carnevale, tra liti con la ex, scorrazzate in motorino senza casco con i figli e serate in osteria.

C’è il sentito ricordo della madre “Nara F.”, e del padre in “Qualche volta sogno”, l’amore strampalato ma fortissimo per i figli in “Autorizza papà”. L’omaggio al pedagogo e scrittore polacco Henryk Goldszmit e al suo ruolo chiave con i bambini vittime dello Shoah.

 

“Come i Carnevali” è un disco di un uomo innamorato delle assurdità e delle passioni della vita.

Troppo sensibile per non subirne la crudeltà, troppo lucido per prenderla sul serio.

 

 

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